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Pubblichiamo la traduzione italiana del testo integrale del discorso del presidente francese Emmanuel Macron alla Nazione del 13 aprile 2020

“Francesi, miei cari compatrioti, Stiamo vivendo giorni difficili. Proviamo tutti in questo momento la paura, l’angosica per i nostri familiari e per noi stessi di fronte a questo virus temibile, invisibile, imprevedibile. La fatica e la stanchezza per alcuni, il lutto e il dispiacere per altri. Questo periodo e’ ancora piu’ difficile da vivere quando si abita in molti in un piccolo appartamento, quando non si hanno a disposizione a casa gli strumenti di comunicazione necessari per imparare, distrarsi, scambiare. Ancora piu’ difficile da vivere quando ci sono tensioni, quando i rischi di violenza nella famiglia scandiscono il quotidiano e vediamo tutti, in questo periodo, la solitudine e la tristezza dei piu’ anziani.

Nonostante questo, grazie ai nostri sforzi, ogni giorno abbiamo fatto progressi. I nostri funzionari e il personale della salute, medici, infermieri, assistenti, ambulanzieri, addetti al pronto soccorso, i nostri militari, i nostri pompieri, i nostri farmacisti, hanno dato in prima linea tutta la loro energia per salvare vite e curare. Hanno tenuto. Gli ospedali francesi sono riusciti a curare tutti quelli che si sono presentati. Questi giorni, queste settimane, sono stati e resteranno l’onore dei nostri sanitari, in citta’ e all’ospedale In seconda linea, i nostri agricoltori, i nostri insegnanti, i nostri autisti, trasportatori, elettricisti, manutentori, cassieri e cassiere, i nostri netturbini, il personale della sicurezza e delle pulizie, i nostri funzionari, i nostri giornalisti, i nostri lavoratori sociali, i nostri sindaci e gli eletti locali e dimentico tanti Francesi che si sono impegnati. Tutti hanno permesso alla vita di continuare. Ciascuno di voi, in quella che ho chiamato la terza linea, ciascuno di voi con il vostro senso civico, rispettando le regole di confinamento, grazie anche alla vigilanza dei nostri poliziotti e gendarmi, avete fatto in modo che l’epidemia comincia a segnare il passo. I risultati ci sono. Molte regioni sono state risparmiate, da qualche giorno diminuiscono i ricoveri in rianimazione. La speranza rinasce.

Stasera voglio ringraziarvi molto calorosamente per questa devozione e dirvi tutta la mia riconoscenza. Allora: eravamo preparati a questa crisi? Evidentemente, non abbastanza ma l’abbiamo affrontata in Francia, come ovunque. Abbiamo dunque dovuto far fronte all’urgenza, prendere decisioni difficili a partire da informazioni parziali, spesso variabili, adattarci continuamente, perche’ questo virus era sconosciuto ed e’ ancora misterioso. Siamo onesti: il momento ha rivelato carenze e errori. Come tutti i paesi del mondo, sono mancati i camici, i guanti, i gel idro alcolici. Non abbiamo potuto distribuire tutte le mascherine che avremmo voluto ai nostri medici, al personale che si occupa degli anziani, agli infermieri e agli aiuti domiciliari. Appena questi problemi sono stati individuati, ci siamo mobilitati: governo, collettivita’ locali, industriali, associazioni, per produrre e acquistare il materiale necessario. Ma mi rendo conto che, quando si e’ al fronte, e’ difficile sentire che una penuria mondiale impedisce le forniture.

Gli ordini sono stati inoltrati. Soprattutto, le nostre imprese francesi e i nostri lavoratori hanno risposto “presente” e una produzione, come in tempo di guerra, e’ stata avviata: abbiamo riaperto linee produttive e abbiamo requisito. Entro 3 settimane avremo, pensate, moltiplicato per 5 la produzione di mascherine per il personale sanitario in Francia e avremo prodotto 10 mila respiratori supplementari in Francia. Quei respiratori cosi’ preziosi in rianimazione. Grazie a questi sforzi, sapremo far fronte e continueremo a distribuire sempre piu’ equipaggiamenti. Ma come voi, ho visto degli errori, ancora troppa lentezza, procedure inutili, debolezze anche della nsotra logistica. Ne trarremo le conseguenze, al momento giusto, quando dovremo riorganizzarci. Ma siamo anche giusti con il nostro paese: queste ultime settimane sono anche state segnate da veri successi: il raddoppio dei letti in rianimazione, che non era mai stato fatto, le collaborazioni inedite fra ospedale, cliniche private e i medici di citta’, i trasferimenti di pazienti nelle regioni meno colpite ma anche in Lussemburgo, Svizzera, Germania e Austria, che ringrazio, l’organizzazione dell’insegnamento a distanza, l’organizzazione di catene di solidarieta’ nei nostri comuni, il funzionamento di tutti quelli che ci hanno nutrito in queste settimane senza interruzioni, con impegno, il rimpatrio di diverse decine di migliaia di francesi ed europei dai paesi del mondo intero e il sostegno ai Francesi all’estero. Spesso, cio’ che sembrava impossibile da anni, siamo riusciti a farlo in pochi giorni. Abbiamo innovato, osato, agito il piu’ possibiile sul campo, molte soluzioni sono state trovate. Dobbiamo ricordarcene perche’ queste sono altrettante forze per il futuro.

Miei cari compatrioti, se tenevo a parlarvi questa sera, dopo averci pensato in questi ultimi giorni, e’ per dirvi in tutta trasparenza che cosa ci attende per le prossime settimane e i prossimi mesi. La speranza rinasce, vi dicevo, si’, ma niente e’ acquisito. Nel Grand Est come in Ile de France, i servizi ospedalieri sono saturi. Ovunque, nell’Esagono e nei dipartimenti d’oltre mare, il sistema e’ sotto pressione e l’epidemia non e’ ancora sotto controllo. Dobbiamo quindi proseguire i nostri sforzi e continuare ad applicare le regole. Piu’ saranno rispettate, piu’ vite salveremo. E’ per questo che il confinamento piu’ stretto deve ancora continuare fino a lunedi’ 11 maggio. E’ durante questo periodo, il solo modo di agire con efficacia. E’ la condizione per rallentare ulteriormente la propagazione del virus, riuscire a ritrovare i posti disponibili in rianimazione e permettere ai nostri medici di recuperare le forze. Lunedi’ 11 maggio sara’ possibile solo se continueremo a essere civili, responsabili, a rispettare le regole e se la propagazione del virus avra’ effettivamente continuato a rallentare. Mi rendo perfettamente conto, dicendovelo, dello sforzo che vi chiedo. Nelle prossime 4 settimane, le regole previste dal gooverno dovranno continuare ad essere rispettate. Stanno mostrando la loro efficacia e non devono essere ne rafforzate ne’ ridotte, ma applicate in pieno. Domando a tutti i nostri eletti, dei quali conosco l’importanza in questo periodo, come prevede la Repubblica in questi casi, di aiutare a far si’ che le regole siano le stesse su tutto il territorio nazionale. Sono stati decisi dei coprifuochi dove serviva, ma non bisogna aggiungere divieti durante la giornata. Per la nostra vita quotidiana, bisogna continuare quando usciamo ad applicare i “gesti – barriera”: tenerci a distanza e lavarci le mani. Voglio anche ricordarvi che tutti coloro che hanno una malattia cronica o soffrono di altre malattie devono poter continuare a consultare il proprio medico. Non e’ solo il virus a uccidere: l’estrema solitudine, la rinuncia ad altre cure possono essere altrettanto pericolose.

Auspico anche che gli ospedali e le case di riposto possano permettere di organizzare per i parenti stretti, con le protezioni adeguate, la visita ai malati in fini di vita per poter dir loro addio. Durante questa fase di confinamento, il paese continua a vivere, fortunatamente. Certe attivita’ sono vietate, perche’ incompatibili con le regole sanitarie. Per tutti gli altri settori economic, quando la sicurezza dei lavoratori e degli imprenditori e’ ben garantita, devono poter produrre e l’hanno fatto abbondantemente da ormai un mese. Per tutti coloro che devono essere aiutati in questo periodo, le misure di disoccupazione parziale per i dipendenti e di finanziamento per le imprese saranno prolungati e rafforzati. Sono inedite e proteggono gia’ oltre 8 milioni di lavoratori e diverse imprese. Per artigiani, commercianti, libere professioni e imprenditori, il fondo di solidarieta’ e’ una prima risposta ma conosco la vostra angoscia, l’ho sentita, l’ho letta: le spese che continuano ad arrivare, le bollette, gli affitti, i prestiti: e’ per questo che ho chiesto al governo di aumentare fortemente gli aiuti, di semplificarli, per permettervi di superare questo periodo. Auspico che le banche possano posticipare le scadenze molto piu’ consistentemente di quanto non abbiano fatto e anche le assicurazioni devono fare la loro parte in questa mobilitazione economica. Ci staro’ attento. C’e’ dunque un lavoro da proseguire nei prossimi giorni per consolidarvi economicamente in questo periodo. Rapidamente, un piano specifico sara’ messo in campo per i settori che, come il turismo, l’accoglienza e la ristorazione, la cultura e l’organizzazione di eventi, saranno colpiti a lungo. Annullamento delle spese e aiuti specifici verranno attuati.

Per i piu’ fragili e sprovvisti di risorse, queste settimane sono molto difficili. Voglio ringraziare i sindaci, gli eletti locali, le associazioni che si sono mobilitate accanto al governo, al quale ho chiesto di andare oltre e di versare subito un aiuto eccezionale alle famiglie piu’ modeste con bambini, per permettere loro di provvedere ai bisogni essenziali. Anche gli studenti piu’ precari che vivono a volte lontani dalle famiglia, soprattutto quando sono oltre mare, saranno aiutati. Mercoledi’, il consiglio dei ministri decidera’ dei mezzi finanziari nuovi e il governo dara’ tutte le risposte necessarie ogni volta che servira’. L’11 maggio prossimo, miei cari compatrioti, sara’ dunque l’inizio di una nuova tappa. Sara’ progressiva, lle regole potranno essere adattate in funzione dei nostri risultati perche’ l’obiettivo principale resta la salute di tutti i Francesi. A partire dall’11 maggio riapriremo progressivamente gli asili, le scuole, i collegi e i licei. E’ per me una priorita’ perche’ l’attuale situazione aumenta le ineguaglianze. Troppi bambini, soprattutto nei quartieri popolari e in campagna, sono privati della scuola senza avere accesso al digitale e non possono essere aiutati allo stesso modo dai genitori. In questo periodo, le disuguaglianze delle abitazioni e quelle fra famiglie sono ancora piu’ marcate. E’ per questo che i nostri bambini devono ritrovare la strada della scuola. Il governo, nella concertazione, dovra’ prevedere regole particolari: organizzare in modo diverso tempo e spazio, proteggere bene i nostri insegnanti e gli studenti, con il materiale necessario. Per gli studenti dell’insegnamento superiore, i corsi non riprenderanno fisicamente fino all’estate. Il governo precisera’ per ciascuno l’organizzazione giusta che sara’ necessaria, in particolare per esami e concorsi.

L’11 maggio si dovra’ anche permettere al maggior numero di persone di tornare al lavoro, far ripartire la nostra industria, il commercio e i servizi. Il governo preparara’ subito queste riaperture con i partner sociali perche’ vengano stabilite regole che proteggano i lavoratori. E’ la priorita’. I luoghi di assemblamento di pubblico, ristoranti, bar e hotel, cinema e teatri, sale di spettacolo e musei, resteranno invece chiusi in questa fase. I grandi festival ed eventi con un pubblico numeroso non potranno tenersi almeno fino alla meta’ di luglio. La situazione sara’ valutata a partire da meta’ maggio, ogni settimana, per adattare le cose e darvi visibilita’. Per la loro sicurezza, chiederemo alle persone piu’ vulnerabilli, anziani, portatori di handicap gravi, malati cronici, di restare a casa anche dopo l’11 maggio, almeno in un primo tempo. So che e’ una costrizione forte. Mi rendo conto di quello che vi chiedo e lavoreremo, entro l’11 maggio, per rendere questo tempo piu’ sopportabile. Ma bisogna provare ad attenersi per proteggervi, nel vostro interesse. Avremo dall’11 maggio una nuova organizzazione perche’ questa tappa sia un successo. L’utilizzo massimo di test e’ un’arma privilegiata per uscire dal confinamento al momento giusto. Fino a quel momento e nelle prossime settimane, continueremo ad aumentare il numero dei test fatti ogni giorno. E’ cio’ che facciamo da 15 giorni. Durante le prossime settimane, ho chiesto che questi testi siano prima fatti sui nostri anziani, i sanitari e i piu’ fragili. E che possiamo continuare a mobilitare ovunque tutti i mezzi per fare i test, ovvero tutti i laboratori pubblici e privati.

L’11 maggio, potremo testare tutte le persone con i sintomi. Non testeremo tutte le francesi e tutti i francesi, non avrebbe senso. Ma tutti quelli che presentano un sintomo devono poter essere testati. Le persone con il virus potranno cosi’ essere messe in quarantena e seguite da un medico. Per accompagnare questa fase, molte innovazioni sono al centro del nostro lavoro con i partner europei, come una app dedicata che, su base volontaria e anonima, permettera’ di sapere se si e’ stati in contatto con una persona contaminata. Ne avete sicuramente sentito parlare. Il governo avra’ da lavorare, non bisogna trascurare nessuna pista, nessuna innovazione. Ma auspico che entro l’11 maggio, le nostre Assemblee possano discutere e che le autorita’ competenti possano spiegarci. Questa epidemia non potra’ indebolire la nostra democrazia o attentare alle nostre liberta’. Fino a nuovo ordine, le frontiere con i paesi non europei resteranno chiuse. Dispiegheremo poi tutti i mezzi necessari alla protezione della popolazione. Oltre ai gesti barriera che conoscete e e che bisognera’ continuare ad applicare, lo stato a partire dall’11 maggio in collegamento con i sindaci dovra’ permettere a tutti i Francesi di procurarsi una mascherina protettiva. Per le professioni piu’ esposte e per certe situazioni, come nei trasporti pubblici, il suo uso potra’ diventare sistematico. Sara’ possibile grazie alle nsotre importazioni e grazie alla formidabile mobilitazione di imprenditori e lavoratori ovunque sul territorio per produrre in massa questo tipo di mascherine. Il governoo presentera’ entro 15 giorni, sulla base di questi principi, il piano del dopo 11 maggio e i dettagli dell’organizzazione della nostra vita quotidiana.

Si terranno appuntamenti regolari per adattare le misure prese e decidere insieme in modo regolare l’aggiustamento delle cose. Allora: quando, da allora, possiamo sperare di intravvedere la fine definitiva di questa prova? Quando potremo riprendere la vita di prima? Conosco le vostre domande, le condivido, Sono legittime. Mi piacerebbe tanto potervi dire tutto e rispondere a ogni domanda. Ma in tutta franchezza, in tutta umilta’: non abbiamo risposte definitive a questo. Oggi, dai primi dati che saranno presto precisati dai test sierologici, una piccola minoranza di Francesi hanno contratto il Covid-19. Questo significa che siamo lontani da quello che gli specialisti chiamano l’immunita’ collettiva, ovvero il momento in cui il virus smette da solo di circolare perche’ abbastanza persone lo hanno avuto. Ecco perche’ la prima strada per uscire dall’epidemia e’ quella dei vaccini. Tutti i talenti e i ricercatori del mondo lavora a questo. La Francia ha a disposizione risorse eccellenti perche’ e’ senz’altro la soluzione piu’ sicura, ma ci vorranno diversi mesi almeno per metterla in opera. Il nostro paese investira’ ancora di piu’ nella ricerca e nei prossimi giorni avviero’ un’iniziativa con i nostri partner a nome vostro per accelerare i lavori in corso. La seconda via, sono i trattamenti. Ci lavoriamo dal primo giorno. C’e’ stato molto dibattito nel paese, lo so. Tutte le opzioni sono esplorate e il nostro paese e’ quello che ha avviato piu’ sperimentazioni in Europa. Ho tenuto io stesso a capire ciascuna delle possibili opzioni, a assicurarmi che tutto fosse provato con rigore e al piu’ presto. Non si tratta di dare una cura se non si e’ sicuri, ma di procedere alle prove cliniche perche’ tutte le piste siano seguite. E credetemi, i nostri medici e i ricercatori lavorano duramente. Nessuna strada e’ o sara’ trascurata: mi impegno personalmente.

Ecco, stasera condivido con voi quello che sappiamo e quello che non sappiamo. Finiremo per farcela ma avremo ancora diversi mesi da vivere con il virus. Con umilta’, dobbiamo oggi decidere e agire tenendo conto delle incertezze con lucidita’, si’, perche’ guardate l’Asia, dove il virus sembrava sconfitto e torna in molti paesi che, di nuovo, decidono di chiudere le economie. Dobbiamo dunque procedere con calma e coraggio. Ma quello che so, quello che so ora, miei cari compatrioti, e’ che la nostra Nazione resta in piedi, solidale, con un obiettivo comune. Si diceva che eravamo un popolo indisciplinato, ed ecco che rispettiamo le regole, le discipline fra lep iu’ rigorose mai imposte al nostro popolo in tempo di pace. Si diceva che eravamo un popolo sfinito, abitudinario, lontano dallo slancio delle origini, ed ecco che tanti di voi fanno a gara di devozione e impegno di fronte allla minaccia inattesa. Eccoci tutti solidali, fraterni, uniti, concittadini di un paese che fa fronte. Concittadini di un paese che discute, continua a vivere la sua vita democratica ma resta unito. E voglio stasera condividere con voi, nel pieno della prova, questa fierezza. Questa certa idea che ha fatto si’ che la Francia c’e’, viva e creativa. E questo ci deve riempire di speranza. Nelle prossime settimane, il governo, il parlamento, la nostra amministrazione, con i nostri sindaci e gli eletti locali, dovranno preparare il seguito. Per quello che mi riguarda, portero’ in Europa la nostra voce per avere piu’ unita’ e solidarieta’. Le prime decisioni sono state nella direzione giusta e abbiamo molto insistito per questo, che si trattasse di Banca centrale europea, della Commissione europea o dei governi. Ma siamo al momento della verita’, che impone piu’ ambizione, piu’ audacia, un momento di rifondazione. Dobbiamo anche sapere aiutare i nostri vicini d’Africa a lottare piu’ efficacemente contro il virus, ad aiutarli anche sul piano economico annullando massicciamente i loro debiti. Si’, non vinceremo mai da soli. Perche’ oggi a Bergamo, Madrid, Bruxelles, Londra, Pechino, New York, Algeri o Dakar, piangiamo i morti di uno stesso virus. Allora se il nostro momdo senz’altro si frammentera’, e’ nostra responsabilita’ costruire da oggi delle solidarieta’ e delle cooperazioni nuove. Dovremo poi, nelle prossime settimane, lavorare al dopo.

Dovremo ricostruire la nostra economia piu’ forte per produrre e ridare speranza ai lavoratori, imprenditori, mantenere la nostra indipendenza finanziaria. Dovremo ricostruire una indipendenza agricola, sanitaria, industriale e tecnologica francese e piu’ autonomia strategica per la nostra Europa. Questo passera’ attraverso un piano massiccio per la nostra salute, la nostra ricerca, i nostri anziani, fra gli altri. Dovremo anche ricordarci che il nostro paese, oggi, si mantiene su donne e uomini che le nostre economie riconoscono e remunerano cosi’ male. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilita’ comune. Queste parole, i Francesi le hanno scritte oltre 200 anni fa. Dobbiamo oggi riprendere la fiamma e dare tutta la sua forza a questo principio. Dovremo costruire una strategia per ritrovare il lungo termine, la possibilita’ di pianificare, la sobrieta’ carbone, la prevenzione, la resilienza: solo cosi’ potremo far fronte alle prossime crisi. Queste evidenze si impongono oggi ma non basteranno. Tornero’ a parlarvi di questo dopo. Il momento che viviamo e’ uno sconvolgimento intimo e collettivo. Cerchiamo di viverlo come tale. Ci ricorda che siamo vulnerabili, l’avevamo forse dimenticato. Non cerchiamo subito di trovare una conferma di cio’ in cui avevamo sempre creduto. No. Cerchiamo, in quesot momento, di uscire dai sentieri battuti, dalle ideologie, di reinventarci: io per primo. C’e’ in questa crisi una chance: risaldarci e provare la nostra umanita’, costruire un altro progetto nella concordia. Un progetto francese, una ragion di vivere insieme profonda. Nelle prossime settimane, con tutte le componenti della nsotra Nazione, mi impegno a disegnare il cammino che rende questo possibile. Miei cari compatrioti, avremo giorni migliori e ritroveremo i Giorni Felici. Ne sono convinto. E le virtu’ che oggi ci permettono di tenere, saranno quelle che ci aiuteranno a costruire il futuro, la nostra solidarieta’, la nostra fiducia, la nostra volonta’. Allora, abbiate cura di voi, prendiamoci cura gli uni degli altri. Terremo. Viva la Repubblica, Viva la Francia”.