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La collaborazione tra Luigi Einaudi e la prestigiosa rivista inglese “The Economist” iniziò nel marzo del 1908, e si protrasse oltre trenta anni fino al 1946, interrompendosi circa un anno dopo la sua nomina a Governatore della Banca d’Italia, avvenuta per decreto luogotenenziale il 5 gennaio 1945. Il settimanale inglese, che già dalla sua nascita il 5 agosto 1843 esprimeva la sua posizione liberista classica ebbe nell’economista torinese un corrispondente d’eccezione, considerato fra gli economisti più importanti della scuola del pensiero liberale, che con i suoi articoli sul Corriere della sera, La Stampa e la Riforma sociale – di cui fu coeditore – fu spirito critico e influenzò gli orientamenti e l’azione della classe politica e finanziaria del suo tempo. L’Economist aveva cominciato sin dal 1861 ad allargare il suo sguardo e la sua analisi sul mondo, affrontando progressivamente rilevanti problematiche politico economiche internazionali e imponendosi come strumento di riflessione critica della classe dirigente liberale inglese. L’articolo di Einaudi che qui si riporta apparve sul settimanale il 3 gennaio 1931, pochi giorni dopo la scomparsa di Bonaldo Stringher, e si inserisce in un periodo, tra il 1925 e il 1935,  in cui l’autore si sofferma sulla situazione finanziaria italiana, puntando la sua analisi critica sulla rivalutazione della lira, sulla politica di deflazione e sulla linea di “quota 90”, lo slogan – creato da Mussolini – per indicare il progetto di rivalutazione della lira italiana teso a raggiungere il cambio di 90 lire per una sterlina inglese e lanciato durante il discorso di Pesaro nel 1926. Einaudi commenta per due volte l’operato della Banca d’Italia, il 27 aprile e l’11 maggio 1929, esprimendo giudizi molto positivi nei confronti dell’azione della Banca centrale italiana e del suo governatore Bonaldo Stringher.

Nell’articolo dedicato al commento alla Relazione agli azionisti, il 27 aprile 1929, Einaudi scrive riguardo alla conduzione della politica monetaria della Banca d’Italia e parla esplicitamente di Stringher: “La relazione letta dal signor Stringher all’assemblea annuale della Banca d’Italia ha soddisfatto pienamente le aspettative degli ambienti finanziari. […] Per quanto possiamo vedere, siamo tenuti a complimentarci, con il signor Stringher, per la sua ammirevole silenziosa gestione del processo. A nessuno importa delle grida di quegli ultimi resti dell’inflazionismo, che avrebbero preferito tenere le banconote per uso interno e prendere in prestito i titoli d’oro per soddisfare gli impegni esteri. Il signor Stringher, rifiutando queste assurde pretese, ha fatto ciò che il suo Paese meritava”.

 Il 3 gennaio 1931, con il titolo “Governor Stringher”, Einaudi ricorda ai lettori di lingua inglese la figura di Bonaldo Stringher, con la sua prosa asciutta e distaccata, ma con la grande chiarezza e, soprattutto, l’imparzialità che sempre caratterizzerà i suoi articoli.

“Scrive il nostro corrispondente da Torino: La morte, la Vigilia di Natale, del signor Stringher, Governatore della Banca d’Italia, è una grave perdita sia per la banca che per il Paese. Nato a Udine nel 1854, il senatore Stringher era uno studente della Venice School of Economics durante il periodo in cui il più grande economista italiano dell’Ottocento, Francesco Ferrara, era direttore della scuola. Nel 1875 fu chiamato dal signor Bodio all’Ufficio Centrale di Statistica di Roma, e passò rapidamente da un ufficio di responsabilità all’altro. Il Bank Act del 1893, di cui, in qualità di Ispettore generale delle banche emittenti, fu l’autore principale, fu l’esito della crisi bancaria che seguì agli scandali della Banca Romana e ai falsi di banconote di quell’anno, e rimane tuttora il fondamento di diritto bancario italiano. Il signor Stringher divenne membro del Parlamento nel 1900 e fu presto nominato Sottosegretario di Stato al Tesoro. Alla morte del signor Marchiori fu nominato Direttore generale della Banca d’Italia e in questa carica, mutata in quella di Governatore nel 1928, era suo dovere amministrare l’Atto di cui era stato l’autore principale. Sotto la sua guida la Banca d’Italia migliorò notevolmente la propria posizione e resistette con successo alla crisi del 1907 e alle ancor maggiori tensioni imposte dalla guerra. Piccolo di statura e modesto nei modi, il signor Stringher era noto allo stesso modo per la sua cortesia nei confronti dei visitatori e per la sua capacità di ammorbidire, dal modo in cui pronunciava, la risposta negativa che è forse il primo dovere del governatore di una banca di emissione sapere quando e come donare. È difficile, se non impossibile, determinare se ha preso una posizione abbastanza ferma contro la pressione del governo per i continui problemi di nuove note durante la guerra, ma è certo che ha preso una posizione più ferma di molti dei suoi colleghi in altri paesi e che successivamente riuscì a ridurre le emissioni da oltre 22.000 milioni a meno di 16.000 milioni. Il bilancio della Banca d’Italia al momento della sua morte testimonia la solidità della sua amministrazione. Oltre alla sua pratica attività bancaria, il signor Stringher ha ricoperto per alcuni anni una cattedra all’Università di Roma ed è stato membro di molte società accademiche. Le sue relazioni annuali agli azionisti della Banca d’Italia rimarranno una fonte classica della storia economica dell’Italia durante i primi trent’anni di questo secolo”.

“Le sue relazioni annuali…una fonte classica della storia economica”, il più bel complimento che il fine economista e bibliofilo torinese potesse rivolgere a un tecnico e uno studioso dell’economia e della statistica come Stringher sempre attento, sin nei minimi particolari, nella stesura dei documenti e nel commento dei risultati delle azioni svolte nell’esercizio delle sue funzioni nell’arco di un cinquantennio.

Quattordici anni più tardi Luigi Einaudi, nel suo discorso di investitura alla guida della Banca d’Italia, il 15 aprile 1945, torna ancora con la memoria a Bonaldo Stringher, primo Governatore: “I miei ricordi della Banca risalgono ai primi anni del secolo quando, appena entrato nell’insegnamento, ebbi, venendo alla cerca di documenti e di dati monetari, occasione di salire queste scale e taluno mi disse che un signore, sorridente nella non alta persona, il quale le discendeva, era il capo illustre del maggiore tra i nostri istituti di emissione. Quando poscia lo frequentai, purtroppo raramente, nelle sere in cui si recavano nelle sue stanze private studiosi convenuti da ogni parte d’Italia, Bonaldo Stringher mi apparve nella sua piena figura di restauratore dell’istituto, che nei lontani giorni del risorgimento, quando ai suoi inizi ancora portava il titolo di Banca di Torino, aveva avuto il vanto di annoverare tra i suoi fondatori Camillo di Cavour; restauratore, perché, uomo di scienza, conobbe anche la virtù della prudenza pratica e del maneggio degli uomini. Tra i suoi collaboratori non veggo, ahimè!, Pasquale D’Aroma, compagno di lavoro ed amico non dimenticato; ma resta Niccolò Introna, fedelissimo tra i fidi al primo governatore della Banca”.

Dalle parole di Luigi Einaudi emergono di Bonaldo Stringher tutta la passione e la tenacia con cui perseguì il bene pubblico anche a costo di grandi sacrifici, seguendo con lucidità e intelligenza istituzionale comportamenti che si sarebbero rivelati coerenti con l’evoluzione progressiva dell’istituto verso un modello di central banking tra i più avanzati al mondo, che aveva assimilato dagli studi comparati dei moderni sistemi monetari internazionali.

(*) Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Al liberalismo in economia, in occasione del novantesimo anniversario della scomparsa di Stringher, è dedicato un ciclo di seminari online dal titolo “Governare il Mercato. Progresso economico e coesione sociale nel liberalismo italiano”, promossi dalla Fondazione Magna Carta in collaborazione con l’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari.

 

Il primo è in programma oggi, mercoledì 18 novembre, alle ore 16:00, e può essere seguito sulla pagina Facebook della Fondazione (link diretto: https://www.facebook.com/FondazioneMagnaCarta/live), sul canale Youtube (https://www.youtube.com/user/GliOccidentali/featured) e sul sito (http://magna-carta.it/articolo/primo-seminario-…-dalle-ore-16-00/).