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Le proposte dei ‘saggi’ in materia di giustizia, al netto di qualche timidezza, hanno toccato diversi punti sui quali, ”nonostante le richieste reiterate avanzate nel corso degli anni da parte dell’avvocatura penale, la politica si è sempre resa sorda”. Dalla denuncia della ”mancata previsione dei reati di tortura e di trattamento inumano e degradante, oggetto di una raccolta firme per una legge d’iniziativa popolare promossa dall’Ucpi con altre associazioni”, alla ”sensibilità dimostrata verso il problema del sovraffollamento carcerario, su cui, in questa fase politica, ben pochi si soffermano e nessuno ha il coraggio di assumere iniziative concrete”.

E’ il parere espresso in una nota dell’Unione Camere Penali, che in un documento sottolinea come le ‘pillole di saggezza’ degli esperti, ”bocciate in maniera scontata, preconcetta e conservatrice dell’Anm” cadano invece su ”tasselli importanti del mosaico della giustizia penale che una volta modificati potrebbero segnare l’avvio di quella riforma profonda del sistema la cui necessita’ si fa sempre più pressante”.

Sebbene alla riflessione manchino “le riforme fondamentali, come l’oramai ineludibile separazione delle carriere tra giudici e pm, con conseguente sdoppiamento del Csm, oltre ad una ancor più approfondita rimeditazione dell’obbligatorietà dell’azione penale” ed una precisa disanima sul tema della prescrizione, i penalisti esprimono un giudizio positivo sulla necessità ribadita dai ‘saggi’ di ”chiarezza nelle iscrizioni delle notizie di reato e nell’uso delle intercettazioni che sono strumento per cercare la prova e non il reato”.

Così come il ”puntuale riferimento alla necessità di contenere la durata delle indagini preliminari, con la previsione di (effettivi) vincoli temporali, al fine di arrivare sollecitamente al contraddittorio”, osservando che, senza necessità di allungare la prescrizione, basterebbe sanzionare le inerzie del pm nella fase delle indagini preliminari per tagliare uno dei nodi gordiani delle lungaggini, essendo lì il primo buco nero che divora la gran parte dei tempi processuali”, continua la nota dell’Unione Camere Penali.

L’auspicio di ”rivedere le norme sulla contumacia e sui processi agli irreperibili, che oggi obbligano a celebrare processi inutili oltre che sostanzialmente ingiusti e contrari al diritto europeo”. Sia pur definendo ‘politically correct’ l’invocazione ad una ”maggiore efficacia dell’azione preventiva e repressiva dei fenomeni di criminalità organizzata e di corruzione condivisibile – prosegue la nota – solo allorquando si affrontano temi riguardanti l’ordine pubblico, ma che diventa fuorviante se il tema in discussione è il sistema giudiziario, poiché finisce per legittimare l’idea – che tanti danni ha fatto – di una magistratura che ‘lotta’ contro la criminalità invece di giudicare persone nel rispetto delle regole”.

I penalisti, infine, considerano il documento dei saggi alla stregua di un segnale verso una riforma di struttura della giustizia di cui si avverte in maniera sempre più pressante la necessità.

 

Leggi anche le dichiarazioni di Rodolfo Sabelli, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, sulle proposte dei saggi (fonte: AGI)