26 Gennaio 2007  

Antiamericanismo e antisemitismo tra gli americanisti europei

Redazione

 

Che il pregiudizio antiamericano sia moneta corrente tra gli americanisti europei non ci stupisce più. Ne abbiamo recentemente scritto proprio in queste pagine (“Lo sport preferito dagli americanisti? Parlar male dell’America, 17 gennaio). La polemica divampata sui due ultimi fascicoli del Journal of American History, la rivista della Organization of American Historians, l’associazione che raggruppa gli storici che si occupano di Stati Uniti (anche all’estero) rafforza, purtroppo, il nostro convincimento.

Nel numero di settembre 2006 il Journal of American History offriva ospitalità a un intervento di Rob Kroes dal titolo “European Anti-Americanism: What’s New?”, con il quale il sociologo olandese si era congedato dall’insegnamento. (La conferenza originale aveva avuto luogo il 5 settembre dell’anno prima di fronte al pubblico del Programma di Studi Americani .della Università di Amsterdam.) Tanto la presentazione di David Thelen, già direttore della rivista, quanto i brevi interventi a commento dell’articolo di Kroes, si risolvevano sostanzialmente in un attacco in piena regola al presidente George W. Bush e alla sua politica estera, la cui essenza verrebbe simboleggiata dal fioccare di bandiere americane sventolate al Super Bowl di football, equiparate senza mezzi termini alle svastiche naziste che campeggiavano nello stadio olimpico di Berlino alle Olimpiadi hitleriane del 1936.

L’articoli di Kroes è un inno all’Europa, intesa come coscienza critica del mondo occidentale. (L’altra metà dell’Europa, quella cioè che si schiera a favore della politica americana e lo dimostra democraticamente con il voto, naturalmente non viene nemmeno menzionata.) Secondo Kroes, in Europa la stampa sarebbe più libera e meno inficiata da pregiudizi (e qui i riferimenti sono a Le Monde, Guardian, Financial Times, Independent, Frankfurter Allgemeine, nonché ovviamente alla New York Review of Books). L’Europa avrebbe posto fine alla Guerra dei Balcani (“sotto gli auspici della NATO”). I suoi cittadini si sentirebbero “oltraggiati” dalle immagini provenienti dal Medio Oriente, le quali mostrerebbero “l’ingiustizia e la mancanza di equilibrio della politica americana” nella regione. Naturalmente, dell’Europa “critica” non farebbe parte Israele, la cui politica viene equiparata a quella americana “nel ricordare le immagini delle rappresaglie tedesche contro i villaggi” e “la politica di dominazione nazista”.

Non che tutti i lettori del Journal of American History abbiano fatto salti di gioia alla lettura dell’articolo di Kroes. Nell’ultimo numero (dicembre 206), appena uscito, sono apparse due lettere in aperta polemica con il Journal of American History, tutte e due, forse non casualmente, firmate da lettori appartenenti alla comunità ebrea (Harold Brackman del Simon Wiesenthal Center di Los Angeles e Doron Ben-Natan della Fordham University). Essi hanno protestato non soltanto contro il fatto che che una rivista scientifica di storia avesse dedicato ben cinquanta pagine a una polemica di stampo direttamente politico (per di più avallando la tesi di Kroes con la firma di un suo ex direttore), ma soprattutto contro l’equiparazione tra gli Stati Uniti di Bush e l’Israele di Sharon/Olmert da una parte con il nazismo di Adolf Hitler dall’altra

Insomma, tutto ciò appare come un ulteriore passo nella saldatura tra antiamericanismo e antisemitismo, quello sì così comune al tempo dei regimi nazifascisti europei e oggi luogo comune tra gli islamo-fascisti dei giorni nostri. Resta la sorpresa che proprio gli americanisti europei siano in prima fila in questa rilettura reazionaria e profondamente ingiusta della nostra storia recente e delle vicende politiche dei nostri giorni.