14 Novembre 2008  

Gaetano Quagliariello presidente onorario della Fondazione

Redazione

Vi sono momenti della vita nei quali è giusto consentire alle emozioni di prendere il sopravvento. Uno di questi è stato il passaggio di testimone con il quale Francesco Valli ha assunto l’incarico di presidente della Fondazione Magna Carta, e io sono diventato presidente onorario di questo luogo fisico e ideale, di questa comunità di menti e di cuori che mi onoro di aver contribuito a costruire.
                                                                                                                                  L’intensificarsi dell’impegno istituzionale in Parlamento mi ha posto di fronte ad alcune scelte e, inutile negarlo, anche ad alcuni sacrifici. In primo luogo affettivi, perché Magna Carta l’ho vista nascere e crescere; l’ho vista alimentarsi incessantemente della passione delle tante persone che in questi anni, e ancora oggi, hanno scelto di dedicare ad essa le proprie capacità, il proprio talento, il proprio tempo; l’ho vista trasformarsi da avanguardia di una battaglia culturale a luogo di elaborazione e confronto, autentico “cantiere” che ha contribuito a rafforzare le munizioni di idee di quella parte culturale politica che la Fondazione, senza imbarazzi né complessi di sudditanza e in totale indipendenza, ha individuato come propria interlocutrice privilegiata.

Per tutte queste ragioni, e per molte altre, Magna Carta è qualcosa di davvero importante. Esige tempo, merita dedizione. Ho quindi scelto di mutare il mio tipo di impegno nei confronti della Fondazione. Non senza dispiacere, ma con la serenità di chi sa di aver fatto la cosa giusta, e soprattutto con la sicurezza di aver affidato Magna Carta nelle mani di una persona con grandi capacità, spirito, intelligenza e una passione smisurata per questa nostra piccola, grande casa.

Forse a questo punto dovrei ringraziare una per una tutte le persone al cui fianco ho camminato in questi cinque anni. Non lo faccio, cari amici di Magna Carta, perché se lo facessi instillerei in voi l’illusione che vi siate liberati di me. E invece vi prometto che, pur se con un ruolo diverso, non sarà così.