Privacy Policy Cookie Policy

 

Cari Amici, benvenuti e grazie per essere qui oggi per l’ottava edizione della Lettura Annuale della Fondazione Magna Carta. In realtà, non molto tempo è trascorso dall’ultima Lettura, quando lo scorso novembre abbiamo anticipato le celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia con una lectio magistralis dello storico Roberto Vivarelli. Una partecipazione numerosa come quella odierna dimostra come questo sia divenuto un appuntamento tradizionale non solo per la nostra Fondazione, ma anche per tutti quelli che continuano a seguirne con passione le iniziative. Per noi ciò è motivo di grande soddisfazione e segno di come Magna Carta si sia ormai affermata come punto di riferimento consolidato e in costante espansione della cultura liberale in Italia.

Naturalmente, il successo odierno non può che essere condiviso con l’illustre ospite a cui tra breve cederò la parola. Si tratta di Geert Wilders, presidente e leader del Partito per la Libertà, che affronterà il tema sul quale ha incentrato con grande coraggio la sua battaglia politica e culturale nel suo paese, l’Olanda, e nel resto d’Europa: il fallimento del multiculturalismo come modello d’integrazione, con particolare riferimento agli immigrati di origine islamica. Un tema che assume una rilevanza ancora maggiore alla luce degli eventi che stanno sconvolgendo il mondo arabo-musulmano.

Il fallimento del multiculturalismo e la necessità di un cambiamento in chiave democratica dei regimi mediorientali costituiscono due questioni decisive del nostro tempo a cui Magna Carta ha dedicato, sin dalla sua nascita, una parte rilevante delle proprie attività attraverso conferenze, seminari e pubblicazioni. Senza dimenticare l’Occidentale, il giornale on-line della Fondazione diretto da Giancarlo Loquenzi, che da quattro anni continua ad approfondire quotidianamente tali problematiche con autorevoli commenti ed analisi.

La presenza oggi del presidente Wilders e l’ampio spazio che Magna Carta ha riservato nelle ultime settimane agli avvenimenti nella sponda sud del Mediterraneo, ospitando esperti di politica estera e personalità provenienti dal mondo arabo, sono gli esempi più recenti dell’impegno della Fondazione sulle tematiche cruciali di respiro internazionale che coinvolgono direttamente anche l’Italia. Mentre il rilancio della “questione democratica” nell’area del grande Medio Oriente, così come le recenti dichiarazioni del primo ministro britannico, David Cameron, e della cancelliera tedesca, Angela Merkel, sull’insostenibilità del modello multiculturale in Europa, rappresentano un importante riconoscimento per le idee che in questi anni non abbiamo mai cessato di promuovere.

La capacità di offrire risposte autorevoli e lungimiranti ha contraddistinto Magna Carta anche negli altri settori in cui si concentrano le sue attività: dalla riforma dello Stato a quella del welfare, dalla laicità alla sfida educativa, dall’ambiente alla biopolitica. Senza timore di contravvenire ai canoni del “politicamente corretto”, né di sfidare l’immobilismo spesso prevalente in una parte delle istituzioni e della classe dirigente, Magna Carta ha sin qui indicato la via di un autentico riformismo per la crescita e la modernizzazione del nostro Paese di fronte alle sfide poste dal XXI secolo e dalla globalizzazione.

In questo quadro, la riforma dell’Università e della Giustizia, l’introduzione del federalismo, il ritorno al nucleare e la risoluzione della questione giovanile, costituiscono per l’Italia obiettivi irrinunciabili su cui la Fondazione sta investendo grandi energie affinché possano essere finalmente raggiunti attraverso l’azione della politica. All’appello lanciato da Magna Carta nel mese di dicembre a sostegno della riforma Gelmini hanno aderito oltre 500 docenti universitari, che in questo modo sono riusciti a rompere il muro del conformismo e della conservazione che tendono ancora a prevalere in materia di scuola ed educazione.

Il recente convegno sulla riforma del sistema giudiziario ha avuto un notevole impatto a livello mediatico e nel dibattito politico, grazie alla partecipazione di un autorevole esponente del governo qual è il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Dei benefici derivanti dal federalismo fiscale abbiamo parlato in uno degli appuntamenti con i Dialoghi DiVini, l’iniziativa periodica di Magna Carta giunta alla sua seconda edizione, all’interno della quale torneremo presto ad affrontare anche il tema del nucleare, sulla scia dei tragici eventi in Giappone.

Inoltre, il Centro Studi coordinato da Raffaele Perna, nell’ambito delle sue attività di ricerca, sta portando a termine un’ampia iniziativa denominata, non a caso, “L’Italia non è un paese per giovani”, nella quale si analizza la condizione degli under 35 italiani e si propongono soluzioni concrete riguardanti il mercato del lavoro, il sistema previdenziale, la famiglia, la scuola e l’università, l’imprenditorialità giovanile ed il rapporto tra i giovani e la politica.

L’attenzione che Magna Carta ha sempre destinato alla componente giovanile è testimoniata dal Summer School, la scuola annuale di alta formazione politica di cui il prossimo settembre si terrà la sesta edizione. Sono ormai centinaia i ragazzi e le ragazze che hanno frequentato la nostra scuola, e con molti di loro la Fondazione ha sviluppato fruttuosi rapporti di collaborazione. La crescente richiesta di partecipazione è indice della qualità dell’offerta formativa ed allo stesso tempo accresce le nostre responsabilità verso i tanti giovani che guardano a Magna Carta nel panorama culturale italiano.

Per questo motivo, abbiamo deciso di affiancare alla tradizionale Summer School la Scuola di Biopolitica, dedicata alle grandi sfide etiche ed antropologiche del XXI secolo. La sua prima edizione si è svolta lo scorso febbraio ed ha visto filosofi, avvocati, politici e medici di ogni convinzione e credo, affrontare temi quali l’aborto, l’eutanasia, la fecondazione assistita e l’eugenetica. Un’esperienza che si è rivelata avvincente per i giovani partecipanti, che sono stati pienamente coinvolti nella riflessione scientifica e filosofica su questioni che ancora oggi dividono l’opinione pubblica in fronti contrapposti.

Numerose sono state dunque le attività che Magna Carta ha realizzato in questa prima parte del 2011, e siamo solo all’inizio. Davanti a noi abbiamo una lunga stagione, che si preannuncia quanto mai intensa alla luce dei momenti cruciali che stiamo attraversando sul piano sia interno che internazionale. Quanti operano all’interno della Fondazione ne sono consapevoli e come sempre si dimostreranno all’altezza dei traguardi che Magna Carta intende conseguire. Vi ringrazio per l’attenzione e passo ora la parola al nostro relatore d’eccezione, Geert Wilders.

(Il discorso di apertura pronunciato dal Presidente della Fondazione Magna Carta alla Lettura Annuale 2011 con il politico olandese Geert Wilders)