Merkel, la Cancelliera d’Europa
…La costruzione della nazione tedesca ebbe luogo in un contesto caratterizzato dal costante scambio reciproco con processi analoghi in corso fra i popoli e negli Stati che la circondavano. Essa perció puó essere compresa in tutti i suoi passaggi solo nel quadro europeo (1).
O.Dann
Premesse
Ad un anno dal cancellierato della Merkel iniziano ad emergere le differenze tra l’attuale politica estera e quella precedente condotta da Schröder. Alcune settimane fa, la Süddeutsche Zeitung, riferendosi all’imminente presidenza tedesca nell’Unione Europea titolava, la Kanzlerin d’Europa (2), riconoscimento che arriva anche dallo Spiegel che peró non perdona alla Merkel di usare il successo internazionale per nascondere lo stallo in politica interna (3). La stampa tedesca si é dimostrata d’accordo nel riconoscere alla Merkel meriti in politica estera (4). É grazie alla Kanzlerin, scrive il Die Welt se: “i rapporti con l’America si sono distesi e la Germania ha ripreso un ruolo chiave nella politica del medio oriente e sulla questione nucleare dell’Iran, ma soprattutto in quella europea”. Il rilancio delle relazioni atlantiche da parte della Merkel contrasta con il gelo creato dal suo predecessore socialdemocratico (5).
La questione “Ankara”
É in forte aumento il grado di diffidenza e chiusura verso la Turchia che, sommata al timore generale di un ulteriore allargamento dell’unione, arresta l’avvicinamento dell’Europa verso Ankara fortemente voluto dall’ex cancelliere socialdemocratico (6). Crescono infatti in Germania le voci critiche nei confronti dell’annessione della Turchia all’Unione Europea (7). La commissione europea dopo aver bocciato la Turchia l’ha posta di fronte all’ultimatum di aprire entro cinque settimane i suoi porti e areoporti alle merci provenienti da Cipro. In caso contrario i negoziati potrebbero entrare in una prolungata fase di stallo. Di fronte alla crisi turca, il cancelliere Merkel temporeggia nella speranza che Ankara accolga le richieste dell’unione europea. Viceversa, sarà Merkel stessa ad affontare la questione dal 1 gennaio prossimo. Oltre alla irrisolta questione cipriota (sulla quale la Turchia nicchia arroccandosi sul principio che i criteri di Copenhagen non contemplano la soluzione della questione cipriota), anche le mancate riforme democratiche e la tutela delle minoranze religiose restano irrisolte. A questo si aggiunge la crisi creata dall’assenza del premier turco Erdogan in occasione della visita del Papa. Inoltre, il coordinatore turco dell’avvicinamento alla Unione Europea, Ali Babacan pare essere scomparso e l’articolo 301 del codice penale che punisce l’offesa all’identità turca non é ancora stato abrogato.
La Merkel ha sostenuto a riguardo della mancata presenza di Erdogan durante la visita di Benedetto XVI: “un’occasione persa, soprattutto ora che il Pontefice ha avviato il dialogo con l’Islam e tenendo conto che proprio la Turchia si definisce un ponte tra oriente e occidente”.
Durante la visita della Merkel in Turchia, il Cancelleiere aveva cercato una posizione di mediazione più conciliante (8).
Vista dall’interno, la questione Turca rischia di diventare un ulteriore punto d’attrito tra i partner della Grosse Koalition. Non a caso il giorno in cui la Süddeutsche Zeitung pubblicava l’intervista della Merkel in favore della partnership privilegiata, la Frankfurter Allgemeine Zeitung pubblicava quella con il capo dei socialdemocratici, Kurt Beck, favorevole viceversa all’ingresso della Turchia nell’Unione. Beck pur concordando con la Merkel sul metodo di condurre le trattative nel modo più trasparente e aperto possibile, ipotizzando anche altre soluzioni, come le offerte per gradi, aggiungeva nel corso dell’intervista che “bisogna essere onesti e disposti a riconoscere i passi avanti fatti da Ankara”. A suo avviso “bloccare i negoziati sarebbe un grave errore politico”. Posizione condivisa dal ministro degli esteri Walter Steinmeier (Spd) che sottolinea come tutti (ciprioti inclusi) debbano contribuire a una soluzione. Lentamente il governo in carica avanza l’opzione di creare una gamma di offerte per gradi ai paesi che chiedono l’entrata nella Unione Europea in modo da superare gli aut aut che paralizzano il quadro decisionale europeo (9).
La cosiddetta offerta per gradi sarebbe una nuova strategia dell’allargamento più che una variante ridipinta della partnership privilegiata (tradizionale politica della CDU verso Ankara). Strategia che prevede una prima fase in cui i candidati potrebbero aderire alle politiche di sicurezza ed alla politica estera della Unione Europea, nella fase successiva alla politica di giustizia, in terzo luogo alla politica economica, monetaria impegnandosi a rispettare i vincoli di stabilità per approdare infine al mercato interno della Unione.
La strategia dello “scoraggiamento” verso Ankara solleva l’irrisolta questione con l’Islam e crea tensioni all’interno degli stessi conservatori iscritti alla CSU. Edmund Stoiber ha chiesto recentemente l’interruzione immediata dei negoziati denunciando il pericolo di una crescente islamizzazione e il segretario generale della CSU, Söder, in una intervista rilasciata al Die Welt, ha ricordato che “la Turchia non appartiene all’Unione Europea” (10). Nonostante la fase di stallo, il cancelliere che deve far fronte alla presenza di due milioni e mezzo di turchi residenti in Germania evita di usare il termine crisi verso la Turchia. Vi é infine un ultimo ostacolo che si pone tra Berlino e Ankara: i rapporti con la Russia di Putin. I rapporti tra Russia e Turchia non sono mai stati cosí buoni a causa delle risorse energetiche (la pipeline del gas Blu Stream unisce i due paesi). Anche per tali ragioni economiche, Mosca ha smesso di sostenere il partito curdo Pkk e Ankara di accogliere le richieste d’aiuto della Cecenia. Sia per motivi di politica interna (la presenza di due milioni e mezzo di turchi), che per motivi di politica estera (nel caso di adesione della Turchia alla UE, essa si troverebbe a confinare direttamente con Iraq ed Iran e l’Asia Centrale turcofona) la dirigenza tedesca CDU-CSU della “grande coalizione” tentenna di fronte alla decisione di raffreddare la futura adesione della Turchia alla UE.
Il futuro della politica estera tedesca
Secondo la Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, il cancelliere vorrebbe in occasione del congresso della CDU, proporre ai delegati un cambiamento di rotta in politica estera, inserendo tra gli obiettivi del partito un seggio permanente della Germania nel consiglio di sicurezza dell’ONU. Finora, la CDU ha sempre puntato su un seggio europeo, a differenza dei socialdemocratici che nel 2003-2005 tentarono di ottenere un seggio tedesco. L’esperto di politica estera della CDU, Karl Lammers ha detto di considerare stupida l’inversione di rotta perché la CDU rischia di perdere credibilità se esigesse “le stesse sciocchezze irrealistiche avanzate a suo tempo dalla SPD” (11). Tra il 2003-2005, il tentativo del Governo Schröder di avere un seggio permanente all’ONU avvelenó il rapporto tra Roma e Berlino. Il tentativo della Merkel crerebbe nuove tensioni a danno dell’integrazione europea e generebbe dubbi sul nuovo nazionalismo tedesco, rischiando di creare reazioni a catena anche in Italia.
Aspettando la presidenza di turno
Come ha recentemente scritto l’editorialista del Frankfurter Allgemeine Zeitung, Klaus-Dieter Frankenberger, al centro delle aspettative per il futuro di presidenza della Unione vi é la Costituzione europea (12). Il cancelliere Merkel ha dato prova di grande realismo ammettendo le difficoltà legate al rilancio della Costituzione in attesa delle elezioni francesi (13). Dal semestre di presidenza tedesca, Barroso si attende non solo uno sforzo per una soluzione alla crisi della costituzione ma anche una “dichiarazione di Berlino”, che a 50 anni da quella di Roma, rinnovi i fondamenti della Unione Europea (14). Al cancelliere Merkel vengono quindi affidate le speranze di resuscitare un morto: la costituzione europea. Da una parte Berlino vuole mantenere il testo senza modificarlo, dall’altra non conosce ancora quale strada percorrere perché questo divenga realtà. Un altro problema urgente che rischia di ridurre il ruolo della Merkel ad un manager di crisi durante il semestre europeo é la già ricordata questione turca (15). Alla possibilità che le trattative tra Ankara e Bruxelles vengano interrotte si unisce la divergenza di opinioni interne alla Grande Coalizione (come si é detto vi é anche chi tra la CDU-CSU vorrebbe rompere le trattative con Ankara).
Infine, la Merkel promette che durante il suo semestre le relazioni tra Russia ed Europa, (intendendo per tale la Germania) saranno al centro dell’attenzione, quasi per strappare Putin al suo predecessore. La visita di Putin a Dresda é stata solo una tappa della lunga serie d’incontri che si terranno tra Russia, Unione Europea e Germania nei prossimi mesi (16). Il dialogo tra i due paesi coincide col programma del ministro degli esteri Seteinmeier impegnato in una nuova Ostpolitik verso i paesi dell’Europa orientale. Tuttavia, nel vertice programmato per l’estate con la Russia non si discuterà solo di temi legati all’economia ma anche di democrazia (17). La Germania continua infatti a mantenere i rapporti con la Russia putiniana – nonostante le note e deprecate violazioni dei diritti umani.
La speciale relazione tra i due paesi é stata facilitata anche dalla buona conoscenza di Putin della Germania e dalle convergenze economiche basate su uno scambio di tipo energetico russo-tedesco: il gasdotto che attraverso il Baltico collegherà direttamente Russia e Germania, gli investimenti di tipo economico-finanziario ed industriale tra i due partner che hanno visto il mondo industriale tedesco (BDI) andare verso l’ “Ausschluss Ost”. Con tale denominazione si intende comprende le ottime opportunità di sviluppo economico rappresentate dagli Stati dell’ex Unione Sovietica- Ucraina, Bielorussia, la “zona economica speciale di Kaliningrad” in cui si è insediato un impianto della BMW.
(1) O.Dann, Nation und Nationalismus in Deutschland 1770-1990, Beck, Monaco, 1994, pag. 23.
(2) C.Schwennicke, Kanzlerin von Europa, in Süddeutsche Zeitung, 12.10.06, pag. 1.
(3) Die Redaktion, Chi governa la Germania, in Der Spiegel, Heft 44/2006, 27 ottobre 2006.
(4) J.Joffe, Gestatten, Merkel, in Die Zeit, 21 dicembre 2005, pag. 1.
(5) Sulle relazioni Germania-America si veda tra gli altri: J.Ross, Gut gelaunt, scheinversöhnt, in Die Zeit, 25 ottobre 2006, pag. 5; G. Hofmann, Die Ära nach dem Nein, in Die Zeit, 25 ottobre 2006, pag. 3. A.Pohr, Unbelibtes Amerika, in Die Zeit, 25 ottobre 2006, pag. 8.
(6) Die Redaktion, Verhalten der Türkei völlig inakzeptabel Bundeskanzlerin, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 7 novembre 2006, pag. 1;Die Redaktion, Koalition uneins über Haltung zur Türkei, in die Welt, 7 novembre 2006, pag. 1;Christoph B. Schlitz, Stoiber: EU soll Verhandlungen über Beitritt einfrieren, in Die Welt, 7 novembre 2006, pag. 1; Die Redaktion, Neuer Streit zwischen SPD und Union: Türkei-Beitritt spaltet die Große Koalition, in Süddeutsche Zeitung, 7 novembre 2006, pag. 1; Die Redaktion, EU-Beitrittsverhandlungen: Miserable Noten für die Türkei, in Süddeutsche Zeitung, 7 novembre 2006, pag. 1;Die Redaktion, EU-Beitrittsverhandlungen: Miserable Noten für die Türkei, in Süddeutsche Zeitung, 7 novembre 2006, pag. 1, Christoph B. Schiltz, Türkei lehnt Zugeständnisse an die EU ab, in Die Welt, 10 novembre 2006, pag. 5, Die Redaktion, Hintergrund: Beitrittsverhandlungen mit der Türkei, in Die Welt, 8 novembre 2006, pag. 3.
(7) J. Ross, Expedition in den halbfernen Osten, in Die Zeit, 26 ottobre 2006, pag. 1; M. Thumann, Schwarzmeerbrüder sollt ihr sein, in Die Zeit, 2 novembre 2006, pag. 2; K. Schuler, Druck oder Hilfe, in Die Zeit, 8 novembre 2006, pag. 3; J.F. Vannahme, Die wollen uns nicht, in Die Zeit, 9 novembre 2006, pag. 7.
(8) Sul viaggio della Merkel in Turchia si veda tra gli altri: J. Gottschlich, Im Schatten Schröders, in Der Spiegel on line, 4 ottobre 2006.
(9) Cfr. M. Wissmann, Stufenweise Angebote, in Die Welt, 25.07.06, pag, 1.
(10) Die Redaktion, Söder will Türkei nicht in EU: Die Union gibt ihrer Kritik an einem EU-Beitritt der Türkei Ausdruck. Söder sieht „grundsätzliche kulturelle Distanz zwischen der Türkei und Europa“, in Die Welt, 8 novembre 2006, pag. 3.
(11) Die Redaktion, Merkel: seggio permanente all’ONU, in Frankfurter Allgemeine SonntagsZeitung, domenica 5 novembre, pag. 3-5.
(12) K-D. Frankenberger, Allzu viele Erwartungen, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 5. 10. 06. pag. 1.
(13) M.Mönninger, Küss die Hand, in Die Zeit, 19 gennaio 2006, pag. 1
(14) H.Kafsack, M. Stabenow, intervista a José Manuel Barroso, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 11.10.06, pag. 2.
(15) Sulla questione Turca, si veda tra gli altri: T.Seibert, Ratlos in der Locomotive, in Der Tagesspiegel, 2.10.06, pag. 1; M.Kamann, Vereint in Verdrängen, in Die Welt, 7.10.06, pag. 1; C.Schlötzer, Merkek im
türkischen Gest üpp, in Süddeutsche Zeitung, 7.10.06, pag. 1.
(16) Sulla visita di Putin a Dresda si veda tra gli altri: P.Valentino, Il ritorno a Dresda dell’ex agente Volodja, in Corriere della Sera, mercoledì 11 ottobre 2006, pag. 17; Die Redaktion, Deutsche Führung, in Die Zeit on line,11 ottobre 2006; Die Redakion, Putin verspricht Aufklärung: Das Treffen mir Russlands Präsident Wladimir Putin in Dresden ist überschattet vom Mord an der Journalistin Anna Politkowskaja, in Die Zeit, 11 ottobre 2006, pag.10;C. Stolzenberg, Das Lächeln der Kanzlerin, in Süddeutsche Zeitung, 11 ottobre 2006, pag. 12; D.Br össler, H.W. Kilz, interview mit Wladimir Putin: Diese Leute sind Provokateure oder sehr dumm, in Süddeutsche Zeitung, 10 ottobre 2006, pag. 2.
(17) J. Leithäuser, Zwischen gutem Willen und Ratlosigkeit, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 10.10.06, pag. 1.