Nessuna norma anti-precari, solo uno stop alle assunzioni inutili
Ricordate l’ultimo film di Massimo Troisi? L’attore napoletano, prematuramente scomparso, impersonava un postino avventizio, assunto apposta per portare nel buen retiro italiano di Pablo Neruda la corrispondenza del poeta in esilio dorato. Se quel postino (intendiamo il personaggio) fosse ancora vivo oggi avrebbe avuto la possibilità di essere assunto stabilmente alle Poste riscuotendo per di più tutti gli arretrati.
E’ l’esito di una giustizia del lavoro tanto “compassionevole” da divenire eversiva. Una giurisprudenza ormai consolidata impone a Poste italiane di assumere a tempo indeterminato tutti gli avventizi che – ai sensi delle norme contrattuali di volta in volta vigenti – hanno compiuto dei turni di lavoro (trimestrali o semestrali). Questo è il problema da risolvere dal momento che le Poste non possono sopportare il carico di un imponibile di manodopera (per decine di migliaia di persone) di cui non saprebbero che farsene, per di più sopportando gli oneri di anni di stipendi arretrati (dovuti anche in mancanza di prestazione lavorativa). C’è da dire che mai le Poste avrebbero proceduto a tali assunzioni se avessero supposto un esito tanto devastante.
Per far fronte a tale situazione, in occasione della fase caotica degli emendamenti (tanti sono stati gli errori e i difetti) è passato un emendamento che taglia la testa al toro: se un giudice riconosce l’illegittimità di un rapporto a termine la sanzione per il datore non è più l’assunzione a tempo indeterminato ma il versamento di una penale variabile tra 2,5 e 6 mensilità. Il fatto è che alla norma è stata data un’efficacia di carattere generale. In sostanza, tutti i precari che ottengano dal giudice il riconoscimento del loro buon diritto a rivendicare la stabilità dovranno accontentarsi di una tutela consistente nel risarcimento del danno attraverso la corresponsione della penale prevista per i licenziamenti ingiustificati nelle aziende con meno di 16 dipendenti. Le interpretazioni della norma non sono univoche. Alcuni sostengono che la disposizione si applica soltanto ai giudizi in corso, altri che vale anche per le cause future. Non sarebbe stato sicuramente facile stabilire una disciplina ad hoc per le Poste.
Ma è questo il compito che dovrà svolgere il Senato per evitare che aumenti il divario nel mercato del lavoro e si continui a gravare di ulteriore flessibilità le figure professionali che già lo sono, mentre non viene affrontato il nodo della rigidità dei settori protetti (chi scrive ha presentato, nella generale indifferenza della maggioranza, un progetto di legge per la riforma dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori). L’agitazionismo in cerca d’autore dell’opposizione e dei sindacati, però, è pretestuoso e sterile. La sinistra non riesce a liberarsi della retorica delle precarietà, ma il centro-destra dovrebbe prestare più attenzione. Altrimenti l’opinione pubblica non capirà che il vero scandalo sta nel riempire le aziende pubbliche di organici inutili.
(L’Occidentale)