09 Febbraio 2007  

Nove punti essenziali per parlare di terrorismo

Redazione

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Gli americani ricevono messaggi conflittuali riguardo a come pensare e parlare di terrorismo. Di conseguenza il messaggio di libertà e giustizia è spesso muto o farraginoso. Gli americani possono fare di meglio. Ci sono alcune idee di base che dovrebbero servire come fondamenta di un consenso riguardo a come capire e descrivere i nemici- e in ultima analisi di come sconfiggerli. Nello specifico dovremmo:

  1. ricordarsi che per vincere la guerra si deve prima vincere la battaglia delle idee. Questa azione richiede: 1) capire il nemico, 2) delegittimare la sua visione del mondo 3) offrire una credibile alternativa, e 4) dimostrare il desiderio di vincere la guerra sul lungo periodo. Gli americani hanno un ruolo da giocare in ognuno dei quattro compiti. Usare le parole e le idee giuste può aiutare ad accelerare la corsa verso la vittoria.
  2. Rifiutare la riconciliazione. Credere che le concessioni possano placare il terrorismo transnazionale sarebbe un grave errore. Osama Bin Laden, ad esempio ha promosso attacchi insinuando che l’Occidente è una “tigre di carta”, priva degli attributi necessari a prevalere in una lunga guerra. Una riconciliazione rafforzerebbe questa teoria. Non chiamare questo conflitto col nome di “guerra” consisterebbe in un atto di riavvicinamento. I terroristi credono di essere in guerra contro di noi. Dal loro punto di vista il non riconoscimento di questo fatto è un atto di codardia e debolezza. Rifiutarsi di riconoscere che siamo in guerra incoraggerebbe il nemico ad assumere un atteggiamento più guerrigliero.
  3. Riconoscere che non esiste un solo nemico. Diversi network terroristi pongono differenti tipi di minacce locali, regionali e globali. Ad esempio, mentre al-Quaida è il più conosciuto dei gruppi terroristi, molti altri network del terrore sono al lavoro in giro per il mondo, inclusi i gruppi terroristi del subcontinente indiano, che hanno portato avanti attacchi in India e Pakistan, e Hezbollah, che ha ucciso centinaia di americani e colpito l’Europa e l’America Latina così come il Medio Oriente. Le distinte minacce poste in essere da differenti gruppi terroristici richiedono una politica Usa adattabile ad ogni gruppo, non un tipo di approccio a “taglia unica”. Le parole e le guerre dovrebbero essere usate per dividere, indebolire e sconfiggere i gruppi terroristi.
  4. Capire che la povertà non è la radice del terrorismo. Molte nazioni così dette povere non producono terroristi. In effetti molti di loro hanno un passato borghese e sono stati indottrinati ed addestrati nell’Europa occidentale. Il proposito dei terroristi è dimostrare che la violenza è un modo appropriato di risolvere malattie sociali. Screditare questo pensiero è il primo e più essenziale compito nell’individuare le radici del terrorismo. Allo stesso tempo, gli Usa ed i suoi alleati devono offrire alternative al terrorismo che costituiscano vere, credibili e raggiungibili vie per rendere le persone libere, sicure e agiate.
  5. Accettare che un accordo di pace tra Palestina e Israele non rimuoverebbe la minaccia terrorista. Una pace duratura è chiaramente nell’interesse di tutti i popoli del Medio Oriente, ma i terroristi si oppongono alla semplice esistenza di Israele come stato-sovrano, non semplicemente alla costruzione della pace con questo paese. Inoltre, molti utilizzano il conflitto come una scusa per promuovere la loro agenda politica o giustificare l’escalation di violenza. I loro argomenti possono solamente oscurare la realtà che un accordo tra Israele e Palestina non fermerà in terrorismo transnazionale.
  6. Riconoscere che le sole elezioni non porteranno alla libertà e alla democrazia-l’antidoto politico di lungo effetto contro il terrorismo. Le elezioni di per sé stesse non vogliono dire democrazia; Esse costituiscono una promessa di democrazia. Raggiungere la pace e la libertà richiede anni di sforzi e dedizione. Come gli Usa hanno appreso dalla difficile transizione dell’Iraq verso una società democratica, elezioni libere e giuste non garantiscono la libertà dagli attacchi terroristici. La democrazia proviene dalla costruzione di istituzioni che promuovano la crescita di un’elastica società civile, contempli la libertà dalla corruzione, la conferma dei diritti umani, la protezione dell’indipendenza della stampa e delle pratiche religiose e l’assicurazione delle pari opportunità per tutti
  7. Evitare le terminologie religiose che i terroristi utilizzano per giustificare le loro azioni. I terroristi usano una fraseologia di tipo religioso per legittimare i loro atti imperdonabili. Ad esempio, utilizzano la parola ” jihad“, che deriva dall’Arabo “jehada” e significa letteralmente “lottare”, per giustificare quella che chiamano una “guerra santa”. Utilizzare la parola “jihad” o qualsiasi altro tipo di termine religioso per descrivere i terroristi e le loro azioni, aiuta soltanto a legittimare un’ideologia che la guerra al terrorismo tenta di sconfiggere. I gruppi terroristi tipo al-Quaida supportano un’ideologia totalitaria islamica che si serve di termini e idee religiose ma che non rappresenta l’Islam tradizionale. Molti terroristi non hanno mai ricevuto una legittima educazione religiosa.
  8. Ricordare alla masse che molti gruppi terroristi sono organizzazioni rivoluzionarie che cercano d’imporre le loro ideologie totalitarie sui musulmani, così come sui non musulmani, per mezzo della violenza. Nonostante Osama Bin Laden cerchi di provocare uno scontro di civiltà, promuove anche uno scontro all’interno della civiltà islamica. Al-Quaida ha ucciso molte migliaia di musulmani in più di quante non siano state le sue vittime non musulmane. I musulmani hanno un grande interesse nello sconfiggere al-Quaida e altri gruppi terroristi perché essi sono le vittime primarie dei suoi attacchi e perché pagano un alto prezzo quando sono forzati a vivere sotto regimi terroristi.
  9. Non lasciare a sé stessi i musulmani moderati. Molti musulmani rifiutano il terrorismo, anche in paesi in cui la retorica ufficiale sembra preoccupantemente guerrafondaia. Molti studiosi islamici argomentano che il terrorismo-l’omicidio volontario teso a conseguire scopi politici- sia completamente illegittimo. In alcuni casi, le voci moderate ricevono poche attenzioni da parte dei mezzi di comunicazione occidentali. In altri casi, gli individui hanno paura di alzare la propria voce a causa della minaccia da parte dei terroristi e dei loro sostenitori. Gli Usa dovrebbero incoraggiare i leader religiosi, politici e sociali musulmani a denunciare il terrorismo e a cooperare nello sconfiggere i gruppi terroristi.

Conclusione. Vincere la guerra la terrorismo richiederà capire il nemico, delegittimare la sua visione del mondo, offrire un’alternativa credibile e dimostrare la volontà di prevalere nella guerra nel lungo periodo. Usare le parole e le idee adatte può aiutare ad accelerare la corsa verso la vittoria.

James Phillips è un ricercatore al “Centro di Studi per la Politica Estera Douglas and Sarah”. James Carafano è un assistente direttore dell’Istituto per gli Studi Internazionali “Kathrin and Shelby Collum Davis”, nonché un laureando ricercatore per l’Istituto di Sicurezza nazionale e Patria nell'”Allison Centre”, presso la Heritage Foundation.