Ricordare Victor Zaslavsky, un grande intellettuale e un grande amico
Da ieri Victor Zaslavsky non c’è più. Con la sua morte perdiamo un grande intellettuale, uno storico di razza, uno dei più preziosi collaboratori dell’Occidentale e soprattutto un caro amico.
Se dovessimo ricordare solo un aspetto di lui, su tutti prevarrebbe il ricordo della sua grande generosità. La generosa volontà di testimoniare e trasmettere, attraverso il sapere e l’esperienza, delle parti di sé a tutti noi, per primi i suoi amati studenti e poi chi, come noi, studente non lo è più da tempo. Con l’umiltà che solo chi è davvero grande sa mostrare in ogni occasione, Victor con tutta la sua vita ha dato testimonianza di quanto grande possa essere l’esempio di un solo uomo per combattere e vincere le battaglie culturali più difficili. Ha dimostrato tutto il valore intellettuale e civile di chi fa della serietà dello studio e dell’impegno la centralità della sua vita. E rinnova col suo esempio di tutti i giorni in ognuno di noi la consapevolezza di quanto sia alta e quindi preziosa la posta in gioco per chi vuol difendere i valori in cui crede fermamente.
Di lui ci resta molto, tutto. Ci resta la testimonianza, di una vita che ha attraversato la brutalità del Novecento per raccontare il trionfo della libertà, ci restano gli scritti mai banali ma sempre lucidi e illuminanti e fondamentali nell’abbattere il castello di luoghi comuni che si è costruito attorno a molte vicende del secolo scorso – invito tutti a rileggere l’ultimo articolo scritto per l’Occidentale in occasione del ventennale della caduta del muro di Berlino – ci resta la curiosità di chi non si accontenta di credere alle vulgate ma è alla continua ricerca della verità. E ci rimane soprattutto l’ironia sottile e intelligente di cui anche in un italiano tutto suo sapeva caricare i suoi racconti e ogni suo discorso.
Ora che Victor non c’è più sentiamo la mancanza del tempo perduto. Di non aver avuto più occasioni per conoscerlo, per sapere della sua vita, dei suoi incontri, dei suoi desideri e del suo coraggio. Anche a questo dovrà servire l’Occidentale: a raccontare quel che ci è mancato di Victor Zaslavsky per raccontare tutta la ricchezza di ciò che invece ci ha lasciato.