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Se la Rai lunedì sera è riuscita un poco a competere, ma parliamo dei primi minuti di gioco, con la squadra del Grande Fratello lo si deve anche all’oratoria veemente e alle accuse affiliate del senatore Gaetano Quagliariello. Eluana è stata assassinata! E con una mano ha mandato al diavolo pure il microfono.

«La politica è anche sangue e nervi».

Voi tifavate per la vita. Quegli altri, è chiaro, per la morte.

«Non riduca a uno slogan ideologico la vicenda. E’ stata messa in discussione una concezione di civiltà».

Civiltà.

«Un po’ mi ha fatto impressione rivedere il mio viso così pallido, le smorfie. Ma non ho pentimenti. di Eluana ho seguito da tempo gli sviluppi, ho messo passione e persino dovuto ricatalogare la mia idea di laicità».

Ricatalogare. Infatti era sostenitore della biocard.

«E allora? Con gli opportuni paletti approvavo e approvo la dichiarazione di volontà anticipata nei trattamenti sanitari».

Ad occhio è sembrato di no.

«Io dico solo che le dichiarazioni anticipate non devono es¬sere un totem e devono prevedere la possibilità di non restare impiccati a ciò che si pensa nel momento in cui le si scrive. Ed Eluana poi non aveva mai certificato le proprie volontà. Tutto si è svolto su base indiziaria».

Fermamente contro l’accanimento terapeutico.

«E allora? Sono contro anche adesso».

In politica si cambia idea spesso.

«La militanza obbliga a coniugare il senso di appartenenza con la tua coscienza. Quando non sono in gioco principi indisponibili, la decisione di privilegiare l’appartenenza alla coscienza è un atto di tale generosità…».

Grande generosità, sì.

«Parla con uno che è accusato spesso di essere troppo rigido nelle sue posizioni».

Era per la biocard. In questa caso rigido proprio no, diamine.

«Di quella scelta ammetto di non aver considerato l’elemento della nutrizione come estraneo a ogni ipotesi di accanimento».

Anche Berlusconi l’aveva sottovalutato.

«Berlusconi nelle scelte decisive fa sempre quello che ritiene giusto. Non ci sono calcoli».

Nessun calcolo.

«Ma assolutamente!».