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Se capire il passato può aiutare a intervenire meglio sul presente, la ricerca realizzata da Luca Tedesco per l’Istituto Bruno Leoni e pubblicata come Occasional Paper (“Intervento dello Stato e spesa pubblica in Italia dal primo take off ai giorni nostri. Il ruolo giocato dai gruppi di pressione”) riveste un interesse particolare nella difficile fase storica che stiamo vivendo.

Al centro dell’analisi c’è la tesi che se per lungo tempo, dallo Stato minimo ottocentesco a quello assai più interventista affermatosi tra le due guerre, le dimensioni e le forme della dilatazione del settore pubblico si inseriscono in un quadro comune all’intero mondo industrializzato, a partire dagli anni Sessanta del Novecento il nostro Paese inizia a differenziarsi. Lo statalismo “all’italiana’” si caratterizza infatti per la proliferazione di interventi clientelari e privi di una qualsivoglia strategia, oltre che per l’abnorme espansione della spesa pensionistica.

Secondo Carlo Lottieri, direttore del dipartimento Teoria politica dell’IBL, “come Luca Tedesco evidenzia, ora stanno venendo al pettine tutti i problemi causati da quell’opportunismo di corto respiro che per decenni ha spinto i più diversi gruppi di interesse a favorire la crescita dei poteri pubblici. Ripercorrere la vicenda del rapporto tra economia, società e politica aiuta a vedere che soltanto aprendo una fase di privatizzazioni e liberalizzazioni il Paese può sperare di tornare a crescere in maniera duratura”.

L’Occasional Paper n. 75 “Intervento dello Stato e spesa pubblica in Italia dal primo take off ai giorni nostri. Il ruolo giocato dai gruppi di pressione” è liberamente disponibile qui (PDF).