16 Maggio 2011   •  News

Clientelismo e democrazia: un problema da risolvere

Redazione

Una domanda che sento ripetere spesso è la seguente: perché in Italia non ci sono mai persone oneste al potere? Perché solo i ladri arrivano alle posizioni alte di governo? A un primo impatto la questione può sembrare superficiale e proveniente da quella ignoranza anti-politica che di solito individuiamo in un lettore medio del Fatto quotidiano, ma le cose non credo stiano veramente così.

In Italia esistono infatti diversi generi di politici, alcuni, tra gli altri, sono scelti dall’alto per meriti di varia natura (amicizia, stima, alti risultati nel loro campo), altri arrivano a occupare le principali posizioni di responsabilità seguendo il principio base della democrazia: ovvero, portando voti. E fin qui, non ci vedremmo niente di male. Il dott. Preferenza ha ottenuto prima 1000 preferenze alle Comunali, poi magari 4000 alle Regionali, meriterebbe quindi un posto in Parlamento, un assessorato, oppure di ricoprire altre posizioni di potere. Insomma, sembra esserselo democraticamente meritato. In effetti come assunzione non fa una piega, ma in realtà non esiste alcuna teoria scientifica che sostenga la “meritocrazia” del sistema democratico. Ovvero, non è detto che chi prende 5000 preferenze sia davvero il migliore, e il più onesto, al contrario di quanto succede nel mercato, dove, probabilmente e in termini generali, il prodotto più venduto è probabilmente il migliore del settore. E questo perché? Perché l’iperstatalismo Italiano ha trasformato il sistema democratico in una enorme rete di clientelismo e favoritismo.

Spieghiamoci meglio. Il dott. Preferenza (prima citato) eletto magari in una regione del Sud con 20.000 preferenze, può essere che sia veramente amato dalla sua gente, ma è anche probabile che sia eletto perché ha garantito favori che solo la particolare forma dello Stato italiano può riservare. Il Belpaese detiene infatti il record di dipendenti pubblici, se proporzionati alla popolazione del territorio. La maggior parte di questi poi, lavorano in enti elefantiaci (vedi province, comunità montane, autorità varie), in municipalizzate in perdita da tempo e auspicabilmente da privatizzare (aziende dell’acqua, dei trasporti, dei servizi locali) oppure in altri enti pubblici o a partecipazione pubblica più o meno sovraffollati, spesso costruiti ad hoc per promuovere questa dannosa pratica clientelare che i politologi americani chiamano “patronage“.

In questo tipo di istituzioni, dove non sussiste alcun principio di mercato, le assunzioni sono state fatte (e sono tutt’ora fatte) seguendo principi clientelari e totalmente anti-efficienti, anche se con alcune sostanziali differenze geografiche. Non è un caso, per esempio, che un’Alitalia qualsiasi fosse in perdita dieci anni fa, quando contava il doppio delle hostess e dei piloti di una qualsiasi compagnia privata delle stesse dimensioni. Non è un caso che gli stessi problemi li abbia registrati un qualsiasi ente regionale (tranne rarissime eccezioni) o una qualsiasi muncipalizzata locale. Infatti molti dei dipendenti erano stati assunti tramite favoritismi politici (era sicuramente più facile vivere di Stato e non di Mercato), seguendo il semplicissimo principio del: “Ti metto il figlio nella partecipata, nella ASL, nella regione ecc… E tu mi fai votare da tutta la famiglia”.

Non esistendo poi di fatto, la tutela costituzionale del voto segreto (visto che in realtà i risultati di ogni seggio sono pubblicati per sezione, ed è facilmente comprensibile se la famiglia del Sig. Clientelato ha votato il Dott. Preferenza), questo drammatico processo è diventato ancora  di più facile diffusione, creando la situazione che vediamo ora sotto i nostri occhi: un debito pubblico folle, e una classe dirigente politica spesso imbarazzante e corrotta. Quindi dobbiamo arrivare a pensare che la democrazia sia sempre un male? Assolutamente no!  Ma lo Stato italiano, per come è andato sviluppandosi crea con i principi di democrazia un’associazione a delinquere, lo Stato italiano, così come è fatto ora, non è all’altezza di quella suprema forma di governo che è la Democrazia.

Quale può essere una soluzione per attenuare tale problema? Innanzitutto diminuire la presenza dello Stato nella vita del cittadino. Diminuire gli enti pubblici, privatizzarne il più possibile, ridurre gli sprechi e creare finalmente uno Stato più “magro” non soggetto ai problemi di Spoil System di cui abbiamo accennato sopra. Non è infatti un caso che tendiamo a idealizzare i governatori di Paesi come gli Stati Uniti, dove uno Spoil System esiste, ma è nettamente minore rispetto a quello italiano e per questo garantisce una democrazia maggiormente “meritocratica”, una democrazia migliore, con persone (nella maggior parte dei casi) migliori.