Leggi il comunicato stampa della presentazione del libro “Le 398 meravigliose maestre de L’Aquila”
“LA QUARTA CASA DEI TRE PORCELLINI È ANTISISMICA”:
UN LIBRO RACCONTA COME AIUTARE BAMBINI E ADOLESCENTI A SUPERARE IL TRAUMA DEL TERREMOTO DE L’AQUILA
“Le 398 meravigliose maestre de L’Aquila – Progetto
sperimentale per contrastare gli effetti del trauma
tramite la scuola”, Edizioni Magi, ottobre 2010
a cura di Federico Bianchi di Castelbianco e Magda Di Renzo
Roma, 26 ottobre 2010. Oggi, nella sala stampa della Camera dei Deputati, è stato presentato il libro “Le 398 meravigliose maestre de L’Aquila – Progetto sperimentale per contrastare gli effetti del trauma tramite la scuola”, curato da Federico Bianchi di Castelbianco e Magda Di Renzo (Edizioni Magi, pp. 300, 20 euro).
Oltre ai curatori, hanno preso parte alla presentazione l’on. Valentina Aprea, l’on. Paola Binetti, il sen. Franco Marini e il sen. Gaetano Quagliariello. L’incontro è stato moderato da Marida Lombardo Pijola, giornalista de “Il Messaggero”.
“Le 398 meravigliose maestre de L’Aquila” racconta un progetto di sostegno psicologico mirato ad aiutare bambini e ragazzi a superare il trauma del terremoto, attraverso il coinvolgimento attivo dei loro insegnanti.
L’iniziativa, durata un anno, è la prima nel suo genere ed è stata realizzata dall’IdO-Istituto di Ortofonologia nelle scuole primarie e secondarie della città colpita dal sisma. Il progetto ha coinvolto 398 insegnanti, 2.000 bambini e 1.500 adolescenti e rientra nel programma “L’Aquila torna a volare”, voluto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca-Direzione generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione.
Il libro, con un linguaggio narrativo, racconta il lavoro svolto in aule di fortuna, capannoni e palestre per affrontare, scalare e superare quella montagna di dolore che il terremoto ha lasciato nei piccoli aquilani.
Un percorso che è stato possibile solo grazie al contributo delle donne: maestre, professoresse, dirigenti scolastiche.
«La ricostruzione della società aquilana è partita dalle donne: hanno dimostrato una capacità di adattamento che ha travalicato il confine delle possibilità umane, hanno lasciato da parte l’autocommiserazione e si sono rimboccate le maniche, attivando il meccanismo definito in psicologia “materno positivo”, che permette di empatizzare con l’altro, di comprendere le emozioni e curare le ferite dell’anima» ha dichiarato Federico Bianchi di Castelbianco, uno dei due curatori del libro e direttore dell’IdO-Istituto di Ortofonologia.
Il sostegno e la formazione alle maestre ha reso possibile affrontare temi drammatici come la morte, vissuta dai bambini in prima persona, con la scomparsa di parenti, compagni e conoscenti.
«Immaginiamo il primo giorno di scuola dopo il terremoto. Pensiamo a quei bambini che, tornati in classe, vedevano il banco vuoto del loro compagno morto sotto le macerie. È solo un esempio delle situazioni estreme che le maestre hanno dovuto affrontare. Senza un supporto psicologico sarebbe stato impensabile. Il rischio, infatti, in questi casi è quello di sdrammatizzare e di negare la gravità della situazione. In questo modo si chiudono definitivamente le porte a ogni forma di elaborazione, che è necessaria per cominciare a rinascere e affrontare il futuro» ha commentato Magda Di Renzo, psicologa del Cipa-Centro italiano di psicologia analitica e dell’IdO e co-curatrice del volume.
LA VOCE DEI PROTAGONISTI: INSEGNANTI, BAMBINI, ADOLESCENTI
Nel libro sono tante e commoventi le citazioni dei protagonisti del percorso psicologico e formativo. Di seguito alcune, a titolo di esempio.
Insegnanti
I tre porcellini
“Sono giorni che ci penso e non riesco a trovare una soluzione. Come posso concludere la storia dei tre porcellini? Come faccio a dire ai bambini che la casa fatta di mattoni reggerà? Dove finisce il simbolico? Poi l’altra notte mi è venuta in sogno una soluzione. Le case devono essere quattro e l’ultima deve essere antisismica…”
Reggere il dolore
“La verità e che noi volevamo tenere fuori i bambini perché non potevamo pensare di dover reggere anche il loro dolore”.
Sogno
“Da qualla notte non ho più sognato…. Nemmeno io… è vero, non ci sono stati più sogni… invece i bambini sì, loro hanno continuato a sognare…”
Tacchi
[un’insegnante racconta che, dopo la scossa del 6 aprile, chiede al figlio di procurarle un paio di scarpe per fuggire. Il figlio le prende un paio di scarpe con i tacchi alti]
“Potete immaginare con quei tacchi fuggire tra le macerie…”
Bambini
Definizioni
Il terremoto è definito dai bimbi “il signor distruttore”, “il ruba abitanti”, “il ruba città”, “il mostro assassino”
Insulti
“… vai a qual paese e non tornare più né qui né da un’altra parte.
… Ci hai rubato la nostra città ma noi ce la riprendiamo;
… Vaff**** mostro assassino.”
Disegno
La paura di ladri, mostri fantasmi o streghe che entrano in casa e rubano tutto.
Il desiderio di ritornare a giocare a calcetto su un vero campo, finalmente libero dalle tende.
Adolescenti
Urla
“Le urla che quella notte ho sentito sono ancora vive dentro di me… questa è una delle esperienze che non dimenticherò mai, anche se la canzone dice che con un po’ di fortuna si può dimenticare…”
“Non riesco più a concentrarmi se sto studiando, i pensieri si rivolgono a momenti brutti del mio passato. A volte comincio a tremare, mi siedo sul pavimento e le lacrime iniziano a rigarmi il viso. A cosa penso? La maggior parte delle volte torno alla notte del 6 aprile […] È come se la rivivessi mille volte nella mia mente, ma ciò che più ricordo e che mi assilla in questi momenti è quello che ho sentitio una volta uscita da casa. Le urla”.
DICHIARAZIONI DEI POLITICI
Sen. Franco Marini
«Il lavoro svolto dall’équipe dell’Istituto di Ortofonologia all’interno del progetto “L’Aquila torna a volare” è senza dubbio prezioso. Non solo per l’aiuto portato ai ragazzi e agli adolescenti aquilani coinvolti nel progetto ma per l’attiva partecipazione al tempo della “ricostruzione” che, come detto nel libro, riguarda la coscienza e l’intimo di ogni persona e il sentire comune della collettività così come riguarda le case, le piazze, le strutture. Senza un’azione decisa, generosa, energica e rapida che aiuti a ricostruire presto e bene la città anche le altre azioni, come quella svolta nel progetto, ne soffriranno».
On. Valentina Aprea
«Il libro “Le 398 meravigliose maestre dell’Aquila” unisce al rigore scientifico di un testo di psicoterapia, il pathos di un diario delle esperienze quotidiane dei sopravvissuti. Tutto ruota intorno alla scuola. I bambini impreziosiscono questi racconti con le loro riflessioni ingenue, ma profonde. Gli adulti, e in particolare le donne, insegnanti e madri, rappresentano l’unico elemento di continuità in una realtà nella quale i bambini hanno perso tutti i loro punti di riferimento».
On. Paola Binetti
«Davanti ad una città distrutta vien fatto però di pensare che le macerie del cuore non sono più facili da rimuovere di quelle materiali… Eppure questa delicata operazione di ricostruzione i nteriore è stata fatta da un gruppo di maestre che hanno messo in gioco tutta la loro passione educativa per prendersi cura dei loro allievi. Ed è da qui che riparte la nostra speranza per l’Aquila, da questo giovani che non hanno avuto paura di ricordare, di rielaborare e di ricominciare a studiare, a fare amicizia, a sognare… Laddove molte organizzazioni hanno mostrato le loro carenze e le loro fragilità, la scuola si è riappropriata della sua mission con una dignità che dovrebbe far riflettere tutta la società, a cominciare dal mondo politico, che nella scuola e ai suoi protagonisti dovrebbe riconoscere il ruolo insostituibile di costruttore di pace e di sviluppo».
Sen. Gaetano Quagliariello
«La sfida delle maestre de L’Aquila e degli psicologi coinvolti in questo progetto è fare in modo che il trauma del terremoto e la conseguente perdita di punti di riferimento non comprometta nei più giovani il processo di formazione in corso. A L’Aquila, infatti, dopo il sisma, educare significa anche consentire ai ragazzi di reimparare a vivere la normalità. E per far questo, è necessario che gli adulti si trovino a loro volta nella giusta condizione e abbiano completato per primi il percorso di elaborazione. Da qui il progetto: aiutare le maestre affinché possano aiutare i bambini e i ragazzi e farsi carico del peso del loro disagio».