23 Maggio 2013   •  News

L'Onorevole Mecenate: testimonianze su Antonio Tancredi a un anno dalla scomparsa

Redazione

Un’inclinazione naturale per il bene comune

di Gaetano Quagliariello

 

Parlando con Antonio Tancredi, guardandolo, ascoltandolo raccontare delle storie vissute o delle tante passioni che fino all’ultimo giorno hanno animato la sua intensa esistenza, con la sensazione ti arrivava quasi plasticamente l’immagine di un’altra Italia. Un’Italia fatta come lui, che lui aveva attraversato e vissuto in prima persona, e della quale noi generazioni successive avevamo conosciuto in gioventù il tramonto e poi, attraverso Antonio e quelli come lui, il ricordo e la nostalgia.

Antonio aveva una inclinazione naturale per il bene comune, che gli derivava dall’animo e anche dall’educazione. E in quell’Italia così concreta e così vitale aveva maturato una predilezione per il bello, che manifestava anche nei dettagli.

Antonio Tancredi ha incarnato la storia e lo spirito di quella provincia così autentica che, non avendo remore a misurarsi anche con il piccolo, ha fatto grande l’Italia. Si è speso per la sua città alla quale ha impresso un marchio e il proprio stile, e ha suggellato l’intimo legame con quel territorio divenendone rappresentante in Parlamento.

Conclusa quell’esperienza, lungi dall’adagiarsi sulla rendita di posizione all’epoca garantita dall’aver ricoperto determinati incarichi, si è rimesso in gioco con nuove e multiformi attività: dalla Banca di Teramo alla Fondazione Crocetti, fino all’Associazione Magna Carta Abruzzo grazie alla quale ho avuto l’onore e il privilegio di collaborare con lui e approfondire la sua conoscenza.

Non lo faceva per la ricerca di gloria o di vantaggi: non era da lui e in ogni caso non ne avrebbe avuto bisogno. Lo faceva per vivacità intellettuale, per passione, per quell’attaccamento alla sua terra che ha lasciato come preziosa eredità al figlio Paolo, caro amico e collega che dal padre ha imparato come il legame con le proprie radici non sia indice di provincialismo, ma necessario presupposto affinché l’impegno nella vita pubblica non si dissipi col trascorrere del tempo: quel tempo che sa sempre riconoscere i veri galantuomini.