06 Settembre 2011   •  News

Sconti sui libri: una storia tutta italiana

Redazione

Dopo il decreto che istituisce quote rosa obbligatorie nei cda, un’altra iniziativa si appresta a forzare diritti e libertà delle imprese che operano nel Belpaese. Si tratta della legge 27 Luglio 2011 n.128 “Nuova disciplina del prezzo dei libri” proposta dall’on.Riccardo Franco Levi (PD), cofirmata da Mazzucca (PDL) e votata da tutti, con buona pace delle lobbies italiote delle piccole librerie e della casta dei professori universitari. Il decreto prevede tetti e limiti a sconti applicati ai libri in vendita. La normativa prevede il 15% massimo di sconto e un periodo estremo di 30 giorni per proporre offerte speciali ai consumatori. Come mai questa scelta e perché adesso? Potrebbe trattarsi di una coincidenza, ma la recente apertura della filiale italiana di Amazon.it fornirebbe una plausibile spiegazione. Il colosso Amazon è leader mondiale nella vendita on-line: dischi, tecnologia, ma soprattutto libri. Per rendere l’idea, negli Stati Uniti non esiste studente che non acquisti su Amazon e non esiste professore che non consigli l’abbonamento “studente” (che prevede consegne gratis in tempi record). Il sito è in grado di proporre anche centinaia di offerte per lo stesso titolo, con sconti considerevoli a seconda del momento in cui lo si visita (fino al 70%) e libri usati a prezzi imbattibili (persino a 1$). Una vera e propria manna dal cielo per gli squattrinati studentelli. All’inizio del 2011, Amazon, sfidando ogni consiglio degli indici di libertà economica del mondo (ultimo quello della Heritage Foundation che pone l’Italia all’87esimo posto sotto Burkina Faso e Kazhakistan), decide di aprire una filiale nella Penisola. Un’azienda straniera, ad alto contenuto tecnologico, si era coraggiosamente dimostrata pronta a investire, fare ricerca e assumere in Italia.

Prevedibili le reazioni: tra studenti e consumatori al settimo cielo, e gruppi italici dell’inefficienza disperati. Ed ecco «Quel che resta del giorno»: una legge salvacasta “ad librum” per ostacolare la cattiva new entry e salvare casse e scontrini di chi non è riuscito ad adattarsi a un mercato in continuo cambiamento. La lezione? Per uscire dalla crisi la soluzione tutta italiana è la seguente: uccidi il business in crescita e continua a somministrare palliativi a quello sul letto di morte, sempre sperando che, contribuenti e consumatori, siano distratti dalle vacanze.