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La funzione pubblica della verità

 

Maggio 2010, pp. 10

 

La fondazione Magna Carta è nata sull’onda del ripensamento del rapporto tra politica e religione nello spazio pubblico, in un mondo che cambia.

La tradizione dell’illuminismo non è una tradizione monoteistica. E’ sempre esistito un altro illuminismo rispetto a quello classico, quello cioè del continente; c’è l’illuminismo di natura anglosassone, che proveniva dalla Scozia, e che si è profondamente diversificato, ed una di queste diversità è proprio nel rapporto tra politica e religione, che, forse, storicamente potrebbe essere cosiderata la distinzione fondamentale tra i due illuminismi, perchè laddove l’illuminismo di tipo continentale voleva a tutti gli effetti essere una religione alternativa, una religione civile, e per questo era portato a negare la funzione pubblica della religione, confinandola nello spazio della coscienza individuale (nel “ghetto della coscienza individuale”, per usare una frase dell’allora cardinale Joesph Ratzinger), l’illuminismo scozzese riteneva, invece, che la democrazia non potesse fae a meno di nutrirsi di fedi che facevano riferimento a religioni rivelate, e quindi non solo ha ritenuto possibile la presenza delle religioni nello spazio pubblico ma addirittura l’ha ritenuta necessaria. Questo è il motivo per cui, sia nella tradizione americana sia in quella anglosassone, il contributo della Chiesa – anzi delle chiese – è un contibuto generico della stagione democratica, in assenza del quale la stessa democrazia non sarebbe concepibile.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti d’America – lo ha spiegato molto bene Tocqueville -, se si leggesse la Dichiarazione d’Indipendenza non sarebbe difficile scorgere il contibuto, che, appunto, la religione ha portato alla stesura di quel testo fondamentale. Così come se si passasse dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, ad esempio, una tesi fondamentale del liberalismo classico è che il liberalismo inglese, quello da cui poi nasce la tradizione costituzionale, la tradizione del parlamento, sia in diretta comunicazione con il contributo che viene dato alla vita pubblica dalle diverse chiese. Quindi, il liberalismo sul continente è visto come l’avversario della religione stessa dalla filosofia della dottrina liberale. 

L’illuminismo al quale facciamo riferimento non è quello storico; è una proposta, invece, attuale, che si basa su un’idea di ragione fondamentalmente differente da quella proposta dall’illuminismo classico. La ragione a cui facciamo riferimento non interessa solamente i territori della mente ma investe appieno i territori del cuore e quelli dell’anima. E’, dunque, una nozione di ragione più ampia, più comprensiva, e questo evidentemente è un tema che incrocia immediatamente in maniera diretta quella che rappresenta un’altra frattura fondamentale del dibattito pubblico su questo tema, e cioè il ruolo della verità.

 

Indice

L’altro illuminismo

Fondazione Magna Carta, 13 Maggio 2010