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di Valentina Faricelli

 

Una vera scuola di politica. E’ stata soprattutto questo la Winter school, a voler tirare le somme. Perché oltre alle lezioni, oltre ai dibattiti, oltre al confronto, prezioso, con alcune delle personalità più autorevoli nel panorama politico nazionale, i ragazzi hanno sperimentato cosa significa impegnarsi sul campo. I nuovi modi in cui dispiegare questo impegno e i risultati ai quali si può arrivare.

E’ iniziata così la seconda giornata, con la lezione tenuta da Rodolfo Giorgietti, sul caso degli Occidentali. Affiancato da Roberto Santoro, ha illustrato potenzialità e prospettive di questo nuovo network e di come può rappresentare uno strumento per fare politica in modo nuovo.

Poi, ancora strumenti, per capire le dinamiche politiche attuali, per capire da dove nascono le esigenze di riforma e come indirizzarle. Ne ha parlato Raffaele Perna, nella sua lezione dedicata a: “bipolarismo e presidenzialismo, le riforme necessarie”.

Nel pomeriggio si è entrati nel vivo del dibattito politico locale. A L’Aquila tra poche settimane si voterà per eleggere un nuovo sindaco, che in questa città rappresenta qualcosa di più che un amministratore locale. E’ un simbolo, il simbolo del futuro di una città che, oltre al terremoto, sconta anche errori che non merita. Ne hanno parlato Gianfranco Giuliante, Antonio Del Corvo, Filippo Piccone, Gianni Chiodi, sotto lo sguardo attento di Gaetano Quagliariello.

Tutto è ruotato intorno ad una priorita: L’Aquila ha bisogno di unità d’intenti per tornare protagonista. E stavolta davvero, la ricostruzione sta per partire. Per questo ora è fondamentale non fallire nelle scelte, a cominciare da quella di chi dovrà accompagnare questa fase  e cioè il nuovo sindaco del capoluogo: occorre riflettere su un profilo tecnico, individuare una persona capace di condurre la ricostruzione. Lo ribadisce anche Piccone: “Abbiamo una  città da ricostruire – dice -, serve un progetto da mettere in campo. Serve la consapevolezza che la differenza non è nel numero delle persone, ma nella credibilità delle idee”.

E dopo aver ascoltato in silenzio, prende la parola Pierluigi Properzi, professione urbanista e candidato sindaco del Pdl a sindaco dell’Aquila: “Mi impegnerò a dare risposte concrete sulla ricostruzione”, assicura. Una candidatura arrivata troppo tardi? “Sicuramente – ammette Chiodi -. Un ritardo che scontiamo, perché prima ci si accorda sul candidato, prima ci si organizza e prima passa il giusto messaggio. Abbiamo cercato di lavorare ad un allargamento delle alleanze. Questo non è stato possibile, adesso occorre il massimo sforzo per il risultato che tutti auspichiamo. Una promessa rafforzata anche da Quagliariello che preannuncia anche la venuta del segretario nazionale del Pdl, Alfano, a sostenere Properzi. “Dobbiamo muoverci in una logica di unione – afferma Quagliariello -. Faremo di tutto perché L’Aquila possa avere un sindaco che non sia di sinstra”.

Poi continua Properzi che sottolinea una lacuna che gli sta particolarmente a cuore: la separazione che ha caratterizzato in questi anni il rapproto tra amministrazione comunale e università. “Non c’è una visione dell’università nella città e viceversa. E questo è un grave errore. Viene dato per scontato che se c’è un grande numero di studenti, ciò va bene per tutti. Bisogna invece capire come l’Aquila intende proporsi nello scenario nazionale e internazionale e una delle mie prime iniziative sarà quella di rendere operativo un Urban Center che, però, per funzionare avrà bisogno di un Osservatorio sulla ricostruzione”.

Un altro dei problemi di fondo della città dell’Aquila è rappresentato dalla mancanza di luoghi di aggregazione, che rappresentano la base per una ricostruzione altrettanto importante, quella delle relazioni sociali. Perché se i luoghi fisici si ricostruiscono materialmente, la società ha bisogno di anima e di cuore. E visto che il discorso si è spostato sulla ricostruzione è Chiodi a prendere la parola: “finalmente – dice – si comincia a fare chiarezza e le domande sulla ricostruzione vengono fatte a chi deve dare risposte, cioè alla città e non allo Stato attraverso il Commissario. Il piano di ricostruzione esiste e  finalmente ci si è determinati a portarlo avanti. Ma questo è un compito e una responsabilità dei sindaci. La mia funzione è solo successiva, ed è quella di verificare l’intesa”.

Si chiude per un attimo il sipario del confronto politico per un doveroso ricordo ed un altrettanto doveroso omaggio: i ragazzi della Winter decidono di intitolare la scuola a Maurizio Cornelio, il giovane collaboratore del presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo, morto tragicamente qualche settimana fa, proprio mentre praticava una delle sue più grandi passioni: una escursione in montagna.

Poi ci si avvia alla chiusura con un intervento che cattura l’attenzione dei ragazzi: Eugenia Roccella parla dei cattolici in politica e lo fa con un taglio sottile e intelligente, quello dei diritti indisponibili e delle questioni bioetiche. Ultimo atto, la cerimonia di chiusura e la consegna degli attestati. E la consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono. Perché i giovani migliori, rappresentano una futuro migliore per tutti.